A gennaio 2012 Molo7 Photo Agency ha intrapreso un lavoro fotografico innovativo e originale: Francesco Grottanelli, il proprietario di Palazzo Ravizza, una residenza d’epoca in Siena oggi divenuta albergo, ci ha commissionato di tradurre in immagini otto itinerari senesi. Questo lavoro sarà da lui utilizzato per promuovere la sua struttura ricettiva e il territorio di Siena.
In cosa consiste il nostro lavoro nello specifico? Si tratta di raccontare per immagini quattro passeggiate intra moenia e quattro extra moenia, descritte dalla fertile fantasia di un professore universitario di Siena. Gli itinerari raccolgono i racconti di viaggio di scrittori come Henry James, Andrè Soarès, John Ruskin, Arthur Symonds, Charles Dickens, Curzio Malaparte e altri ancora. Seguendo le loro tracce, l’autore degli itinerari, ci conduce nel territorio senese, con le sue bellezze artistiche e naturalistiche. Gli scritti si intrecciano con le immagini e propongono al visitatore uno sguardo profondo sul territorio. C’è una sensibilità verso la bellezza, un’attenzione verso i luoghi come paesaggi dell’anima. Insomma, il progetto produrrà qualcosa di diverso dalle tradizionali guide turistiche.
Questo materiale permetterà al nostro committente di promuovere la sua residenza d’epoca e fare marketing collegato alla sua città. Gli ospiti di Palazzo Ravizza avranno a disposizione un mini sito illustrato, una sorta di Wiki Siena interattiva, con cui potranno esplorare in maniera suggestiva la città, le meravigliose colline e i borghi medievali della Provincia. Oltre a ciò il bookshop dell’hotel metterà in vendita le migliori stampe fine art tratte dal lavoro. La brand reputation di Palazzo Ravizza andrà aumentando perché i suoi ospiti potranno godere di un servizio di qualità, unico nel settore del turismo. E la promozione del Senese metterà in moto nuovi fermenti culturali, economici e sociali.
Chi ha detto allora che la cultura è costosa e non produce entrate economiche? In questa mediocre fase della politica italiana, la cultura è stata vista come un costo sociale, dimenticando che il 12% del nostro Pil si deve proprio a cultura e turismo.
Il progetto di Palazzo Ravizza non vuole inventarsi qualcosa di nuovo ma valorizzare quello che già c’è sfruttando l’immaginazione e i mezzi che la tecnologia oggi ci offre.