Un nido pieno di pugni: la palestra di boxe a Corviale (VIDEO)

A proposito di periferie romane, rabbia e sogni di una vita diversa… 

Vi ricordate quando alla visita per il militare vi chiedevano se amavate i fiori? C’erano alcune domande che servivano a rilevare la vostra eventuale omosessualità. Se rispondevate affermativamente ad alcune di queste, ti mandavano dallo psicologo per un colloquio e capivano se riformarti. A me questa disquisizione faceva ridere, perché i fiori  mi son sempre piaciuti molto e ciò nonostante sono eterosessuale. Ami le piante e la natura se sei una persona sensibile, poi magari può anche piacerti uno sport duro come la boxe. Forse il signor Luigi Barbante riderebbe come me di questa faccenda dei fiori come indicatore del nostro orientamento sessuale. E infatti il protagonista di questa storia di periferia è un fioraio di professione, padre di famiglia e appassionato di pugilato. E ancora: un cittadino che non aspetta le istituzioni, spesso lente o invisibili, ma agisce rimboccandosi le mani.

Doveva pensare questo il signor Luigi  il giorno in cui ebbe una visione: quello spazio nascosto nel cemento del “palazzaccio” poteva diventare un luogo spartano ma pubblico, dove insegnare la boxe con disciplina e serietà.

A distanza di anni, ci sono ragazzi, come Vittorio, che partendo da qui si sono costruiti una carriera dignitosissima di pugile, categoria welter, con centotrenta incontri da dilettante e venti da professionista all’ attivo. Ci sono giovani che vengono da Trastevere per allenarsi qui, perché la fatica che si fa in questo sottoscala riadattato a palestra ha un sapore speciale, sa di redenzione, di lotta contro tutto, di tabacco masticato e poi sputato.

Questo video racconta la palestra di boxe del Nuovo Corviale, nata per iniziativa della famiglia Barbante. 

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