Di ritorno dal Festival della fotografia sociale a Spello, siamo pieni di stimoli e nuove idee.

Intanto c’è stato il piacere di condividere l’esperienza vissuta quest’anno coi ragazzi della Primula. Una sezione della mostra ospitava gli scatti tratti dal nostro laboratorio per ragazzi disabili del VII Municipio.

Gli organizzatori sono stati bravissimi, con pochi mezzi hanno saputo creare un’iniziativa densa, curata e ricca di mostre e workshop interessanti. La giornata più interessante è stata venerdì 16 novembre, quando si sono succeduti a ritmo incalzante le presentazioni di varie esperienze e metodologie: strepitosa la testimonianza di Cristina Nunez, maestra dell’autoritratto, e poi Sabine Korth, Judie Weiser, Lucegrigia, Studio Arte Crescita e ancora altri. Approcci diversi tra loro, ma non si può dire se uno sia migliore: chi è artista ma dotato di grande sensibilità, chi è psicologo ma utilizza l’arte della fotografia per fare percorsi terapeutici o di sviluppo cognitivo. Ognuno può trovare un percorso adatto alla propria indole, alle proprie esigenze, che sia il conduttore/facilitatore o il destinatario.

Un’ultima riflessione: a Spello abbiamo incontrato un’Italia attiva, colta, sensibile, operosa, capace di organizza cose di qualità, dal basso e con pochi mezzi. Ci sembra il lato migliore del nostro paese.